Pensieri
degli anni difficili
Come
un faro alto, molto alto che inizia a guidarci. All’improvviso
tutto ritorna in una forma nuova, il famoso concetto della
restituzione che tanto mi affascina.
Incessante
divenire. Tutto avanza non lentamente ma con grande costanza, come
l’acqua allo sbocco di un ruscello senza alcuna perturbazione
al contorno.
Una
stella illumina un faro sulla Terra. Curioso, ma è proprio
così. Dall’alto la sua luce arriva brillando e
illuminando quello che è importante. E ritorno a pensare al
valore e all’importanza.
Un
anno difficile questo. Il dolore del distacco ha sorpreso tanti
lasciando anima strappate che, a fatica, provano a ricucire, a
trovare il senso. E per la prima volta riesco a comprendere cosa è
importante cercare dentro di se quando la vita ti prende
prepotentemente a schiaffi.
Un
cielo insolitamente brillante su un pianeta di luce tersa.
Finalmente.
Può
essere che questa sia il cappello a quella che verrà, quella
del “Natale anche quest’anno”.
Voglia
di calore e di casa tua, di sorrisi e abbracci accoglienti e di mani
sulla testa nel gesto esasperato del dolore più profondo.
Buffo
come alcuni stati d’animo si accendono quando meno te lo
aspetti, quando stai facendo tutt’altro, magari di tecnico e
razionale e invece all’improvviso lì arriva a freddarti
con tutta la crudezza della realtà.
È
passato in fretta?
Forse
si, più velocemente di quello che ci aspettavamo.
Ha
stravolto la vita di tanti, ha cambiato completamente le cose, il
destino di chi si è trovato investito da tutto ciò.
Le
parole sono inutili, insieme si può provare a trovare un senso
al passato e non a quello che è successo.
Un
triangolo di luce gialla e satura di umidità lascia
intravedere uno spicchio di mare dalle acque fredde, molto agitate.
Come i tormenti dell’anima che viviamo, quelli tangibili e
reali.
Azzurro,
terso, freddo intenso preludio ad una giornata di emozioni.
Intrisa.
Sono zuppa e piena di sentimenti. Le mie lacrime mute pronte ad
uscire senza chiedere.
La
casualità. Un pensiero va lontano con una punta di nostalgia
e, quasi per magia, torna accompagnato da un denso ricordo.
Peccato
non poterlo condividere.
È
vero che nei momenti di maggiore difficoltà la sicurezza del
riferimento si fa avanti spingendo da tutte le parti a che venga ad
essere esaudita.
Un
disegno sospeso nella memoria accende un sorriso. Teneramente mi
ritrovo in un’altra dimensione, fatta di soffici pupazzi
colorati, di trenini e di bambole da addormentare.
Resto
sempre più spesso ormai ad osservare senza parlare. Un anno
difficile questo. Troppi i prematuri dolori, gli strappi nell’animo,
i silenzi da non colmare.
Una
luce nel bagliore della notte brilla senza accecare e senza voler
pretendere la strada.
Si
riparte con la costruzione, anche se appare lontana, ma è
l’unica da perseguire.
Abbiamo
tanto da imparare. Magari tenendoci per mano.
A
tutti quelli che in questo anno hanno lasciato la strada della Terra,
diventando fari
Fernanda - 16 dicembre 2014
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