Mondo
Counseling
Qualcuno
sostiene che la propria personalità cresca parallelamente alle
paure da affrontare. È corretto affermare, di conseguenza che,
più paure si risolveranno, più si diventerà
forti?
In
molti precedenti articoli, si è dato un incasellamento idoneo
al concetto di paura: praticamente un allarme ogni qual volta
riteniamo di trovarci di fronte a qualcosa che possa diventare o che
possa costituire un pericolo. A queste condizioni, quando ci rendiamo
conto di cosa effettivamente sia l’elemento problematico,
allora stabiliamo cosa fare... a condizione di rimanere
sufficientemente lucidi da riuscire a gestire le nostre capacità
nella maggiore tranquillità possibile.
Di
fronte alla paura (cioè, praticamente, di fronte all’allarme
che si genera quando incontriamo un pericolo reale o presunto) ci si
può comportare in maniera differente a seconda di chi siamo,
del momento, dell’ambiente e, ovviamente del tipo di pericolo.
Come appare evidente, alla base c’è sempre una serie di
valutazioni da portare avanti: si può reagire aggredendo
l’elemento che può costituire il pericolo, fuggendo,
riflettendoci meglio, aspettando che il pericolo passi.
È
chiaro che ogni qualvolta noi ci troviamo di fronte delle situazioni
da affrontare e che non conosciamo, perché sono esperienze
nuove, ci mettiamo in condizione di accelerare il funzionamento di
tutto il metabolismo compreso quello psiconeurologico, per
individuare una strategia azzeccata.
In
questo modo ci mettiamo nella situazione di imparare velocemente come
comportarci adeguatamente, quindi più allenamento facciamo in
tal senso, più diventiamo persone pronte. L’importante è
che tutto venga vissuto con il dovuto equilibrio altrimenti corriamo
il rischio di diventare dei reduci post bellum, cioè,
praticamente, come tutti i soldati che tornano dalle guerre che poi
vivono una sindrome
da stress cronico post traumatico, in
conseguenza della quale, avranno difficoltà di adattamento nel
mondo reale.
Equilibrio,
è questa la parolina magica che ci aiuta ad uscire da
circostanze difficili.
Se
abbiamo una personalità sufficientemente sviluppata, perché
dovremmo farci accompagnare dalla paura?
Perché
la paura, proprio come definizione etimologica, ha a che fare con
l’incremento dell’attenzione nei confronti di quello che
abbiamo intorno e di quello che riflettiamo nel mondo interiore.
Ridurre questo tipo di attivazione emozionale significherebbe
tendenzialmente spegnerci all’interno di grigie abitudini... ed
è così che comincia l’invecchiamento.
Che
differenza c’è se ci cade addosso il casotto delle
sentinelle o un monte? Nessuna. Eppure c’è chi teme di
più quest’ultima evenienza, sebbene entrambe siano
ugualmente mortali: abbiamo più paura delle cause che degli
effetti.
(Lucio Anneo Seneca)
Giorgio
Marchese - Medico
Psicoterapeuta, Counselor
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