News Neuroscienze P.N.E.I.
"Non potevo mai fare affidamento su di lui. Passavo dal sentire una responsabilità completa verso tutto alla rabbia cronica. Il mio matrimonio era sull’orlo del fallimento".
Non saranno in pochi coloro che, nel leggere le parole della dottoresse americana Melissa Orlov mentre descrive il rapporto con suo marito, riconosceranno una parte della loro vita. Un partner distratto, inaffidabile, smemorato, lassista potrebbe, però, essere la causa non del malanimo ma di una vera malattia: la Adhd, meglio nota come la sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
É stato, per esempio, proprio il caso della dottoressa Orlov che, appena scoperto del problema del marito, si è messa a studiare la sindrome, e ora ha pubblicato un libro che sta facendo molto discutere negli States, dal titolo "A.D.H.D. Effect on marriege" e centrato proprio sugli effetti sul matrimonio della sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Stime indicano che quattro bambini su cento soffrirebbero di questa sindrome, che però è spesso rimasta non diagnosticata in passato, e quindi molti adulti di oggi non sanno di averla.
Ma non tutto si può e si deve spiegare con una patologia. "Più spesso l’incostanza dell’attenzione negli adulti è riconducibile ad un’eccessiva esposizione a stimoli e messaggi, come quelli della televisione o dei videogames - aggiunge però il professor Alberto Oliviero, psicobiologo esperto di memoria - Per distinguere una disattenzione fisiologica da una sindrome vera e propria, occorre guardare ai casi estremi, come per esempio dimenticarsi i figli all’autogrill".
Conclusioni e riflessioni...
Sarà pure che, man mano che si procede con l’evoluzione degli studi e delle tecnologie, si finisce con lo scoprire sempre più nuove sfaccettature che si vorrebbero ricondurre ad alterazioni genetiche o a sindromi sulla cui natura si può discutere a lungo... però rimane un elemento imprescindibile:
l’egocentrismo e l’egoismo umano, governano (ogni tanto disturbati da sensi di colpa) le condotte di ognuno. Questa è la verità. Quindi, se si è distratti al punto da trascurare il coniuge o, addirittura i figli all’autogrill, o si è immersi nelle proprie riflessioni al punto da essere scienziati in odore di Nobel oppure, molto più semplicemente, si è decisamente maleducati (nel senso di educati in maniera "pessima").
Fonti
- La Repubblica, 23 luglio 2010 - pag. 41.
- www.edott.it - 23 luglio 2010
G. M. - Medico Psicoterapeuta
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