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Il rancore, la fragilità, la poesia.
di Fernanda Annesi  ( fernanda_65@yahoo.it )

30 giugno 2016






Fragilità o punto di forza?


Pensieri degli anni difficili

Chi può dire di non averlo mai provato?

Facilissimo da riconoscere, le espressioni del viso, in questo, aiutano moltissimo, ma accettarlo e provare a modificarlo … complicato. Ma non impossibile!

Le distanze.

La mia fragilità o il mio punto di forza?

Mi guardo dall’esterno e prendo consapevolezza che tutto quello che si è modificato nel corso degli anni non ha intaccato la parte più profonda del mio essere.

E allora torno a chiedermi: la mia fragilità o il mio punto di forza?

Perché così difficile accettare un lato del carattere che può considerarsi debolezza, ma nello stesso tempo ingentilisce i sentimenti, dà una percezione nuova del sentire, riveste i fatti della vita di delicatezza, ma anche affievolisce.

Ci guardiamo a lungo negli occhi, senza parlare, senza usare le nostre voci. Scorrono velocemente gli anni, ci ringraziamo con rispetto e con affetto.

Tanto.

E mi perdo. Perdo la consapevolezza delle mie mani, mi perdo nel silenzio di un dolore pungente che impedisce ogni tentativo.

Un momento di grande serenità accompagnato dal tramonto sull’età forse più bella.

Cerco la tranquillità nelle giornate e provo a staccarmi dal passato. Veramente e per la prima volta.

Un presentimento.

Un bacio mai volato.

La profondità negli occhi senza bisogno di parola alcuna.

E provo a scriverla nei versi.

Un po’ di poesia.

Accolgo con molta fatica la stagione che avanza.

Riprovo a trovare quello che un tempo mi dava serenità nell’inquietudine. Rileggendo. Lo stato d’animo è di forte malinconia, non so bene perché, qualunque cosa mi trasferisce un velo di tristezza, come se fossi un po’ spenta nella manifestazione di energia armonica e vitale che da sempre mi appartiene.

Eppure … so bene che tutto tornerà.

Già, perché l’avvicinarsi dell’estate più calda mi stringe in un angolo costringendomi a provare la paura?

La solita contraddizione. Amo l’estate e la città che si svuota, mi dà la possibilità di osservarla meglio, in velocità senza perdere alcun tempo e di cogliere quello che nel caos della gente potrebbe sfuggirmi.

Ma …

Nello stesso identico momento ne temo il silenzio e la desolazione delle strade, che lasciano emergere il vuoto che accompagna chi è rimasto fermo o non è mai decollato.

Un sorriso, catturo il suo sorriso. Il viso per magia si distende, ritorna un momento di serenità, di gusto, forse di speranza. Ma quanto giusto è accenderla? Però, regalare la possibilità del sorriso è tanto. Con grande fatica, fra il timore di sbagliare, riesco. E ne sono immensamente felice. Fra il timore di sbagliare.

Quanta poesia c’è dentro ognuno di noi?

Mi avvicino sempre di più. La reale percezione di avere la verità anche se è quella più sgradita, in questo preciso momento della vita, della mia vita.

Fruscio. Nel sottofondo del silenzio sovrasta e si sovrappone, coprendo ogni respiro, il respiro di tutti noi.

Una mezza luna decisa si affaccia dal tetto e, sbirciando senza troppo illuminare, mi sorride. Birichina.

Scorrono veloci a me le tante insieme vissute fin da piccole, poi più grandi. Una lunga pausa, la ripresa.

E infine, fra le lacrime di dolore, il silenzio.

A Concetta, alle tante fatte insieme, al nostro grande affetto che, a dispetto di tutto, non morirà mai.

Giugno 2016

Fernanda



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