Pensieri
degli anni difficili
Chi
può dire di non averlo mai provato?
Facilissimo
da riconoscere, le espressioni del viso, in questo, aiutano
moltissimo, ma accettarlo e provare a modificarlo …
complicato. Ma non impossibile!
Le
distanze.
La
mia fragilità o il mio punto di forza?
Mi
guardo dall’esterno e prendo consapevolezza che tutto quello
che si è modificato nel corso degli anni non ha intaccato la
parte più profonda del mio essere.
E
allora torno a chiedermi: la mia fragilità o il mio punto di
forza?
Perché
così difficile accettare un lato del carattere che può
considerarsi debolezza, ma nello stesso tempo ingentilisce i
sentimenti, dà una percezione nuova del sentire, riveste i
fatti della vita di delicatezza, ma anche affievolisce.
Ci
guardiamo a lungo negli occhi, senza parlare, senza usare le nostre
voci. Scorrono velocemente gli anni, ci ringraziamo con rispetto e
con affetto.
Tanto.
E
mi perdo. Perdo la consapevolezza delle mie mani, mi perdo nel
silenzio di un dolore pungente che impedisce ogni tentativo.
Un
momento di grande serenità accompagnato dal tramonto sull’età
forse più bella.
Cerco
la tranquillità nelle giornate e provo a staccarmi dal
passato. Veramente e per la prima volta.
Un
presentimento.
Un
bacio mai volato.
La
profondità negli occhi senza bisogno di parola alcuna.
E
provo a scriverla nei versi.
Un
po’ di poesia.
Accolgo
con molta fatica la stagione che avanza.
Riprovo
a trovare quello che un tempo mi dava serenità
nell’inquietudine. Rileggendo. Lo stato d’animo è
di forte malinconia, non so bene perché, qualunque cosa mi
trasferisce un velo di tristezza, come se fossi un po’ spenta
nella manifestazione di energia armonica e vitale che da sempre mi
appartiene.
Eppure
… so bene che tutto tornerà.
Già,
perché l’avvicinarsi dell’estate più calda
mi stringe in un angolo costringendomi a provare la paura?
La
solita contraddizione. Amo l’estate e la città che si
svuota, mi dà la possibilità di osservarla meglio, in
velocità senza perdere alcun tempo e di cogliere quello che
nel caos della gente potrebbe sfuggirmi.
Ma
…
Nello
stesso identico momento ne temo il silenzio e la desolazione delle
strade, che lasciano emergere il vuoto che accompagna chi è
rimasto fermo o non è mai decollato.
Un
sorriso, catturo il suo sorriso. Il viso per magia si distende,
ritorna un momento di serenità, di gusto, forse di speranza.
Ma quanto giusto è accenderla? Però, regalare la
possibilità del sorriso è tanto. Con grande fatica, fra
il timore di sbagliare, riesco. E ne sono immensamente felice. Fra il
timore di sbagliare.
Quanta
poesia c’è dentro ognuno di noi?
Mi
avvicino sempre di più. La reale percezione di avere la verità
anche se è quella più sgradita, in questo preciso
momento della vita, della mia vita.
Fruscio.
Nel sottofondo del silenzio sovrasta e si sovrappone, coprendo ogni
respiro, il respiro di tutti noi.
Una
mezza luna decisa si affaccia dal tetto e, sbirciando senza troppo
illuminare, mi sorride. Birichina.
Scorrono
veloci a me le tante insieme vissute fin da piccole, poi più
grandi. Una lunga pausa, la ripresa.
E
infine, fra le lacrime di dolore, il silenzio.
A
Concetta, alle tante fatte insieme, al nostro grande affetto che, a
dispetto di tutto, non morirà mai.
Giugno
2016
Fernanda
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