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di Maria Cipparrone  (  mariellacipparrone@libero.it )

16 gennaio 2009



Dalla riduzione delle tariffe per gli sms in roaming alle targhe clonate ed alla social card che non funziona.


E’ stato firmato l’accordo tra i ministri europei delle telecomunicazioni per il nuovo regolamento comunitario riguardante le tariffe per gli sms in roaming.

L’ accordo, che andrà in vigore il 1 luglio del 2009, assicura una riduzione delle attuali tariffe che gli utenti pagano per gli sms mandati e ricevuti dall’estero (in media 29 centesimi).

Il nuovo regolamento comunitario prevede che gli utenti debbano essere informati sul proprio cellulare delle tariffe vigenti nel Paese in cui si trovano, le quali, non dovranno superare la soglia degli 11 centesimi (Iva esclusa).

Tale cifra è minore rispetto quella pagata attualmente dagli italiani per inviare un sms in ambito nazionale, pertanto il buon senso dovrebbe far sì che gli operatori nostrani si decidano a ridurre le tariffe interne (15 centesimi) affinché al consumatore non costi maggiormente inviare un sms in Italia piuttosto che in un altro Paese dell’Unione.

A causa delle targhe "clonate", ma anche per gli errori degli agenti stradali migliaia di automobilisti continuano a ricevere multe da città in cui non sono mai stati. E’ quanto denunciano le associazioni dei consumatori, secondo le quali specialmente le targhe clonate stanno diventando una vera e propria piaga contro la quale l’automobilista danneggiato è praticamente impotente. Le contravvenzioni arrivano soprattutto da Napoli e si tratta di false targhe che riproducono quelle vere con un affare lucroso per la malavita. In teoria, l’automobilista innocente può fare ricorso allo stesso Comando (vigili urbani, carabinieri o polizia) che ha emesso la contravvenzione, dichiarando che si tratta di "notificazione del verbale a soggetto estraneo" e chiedendone l’archiviazione. Il Comando potrebbe accertare facilmente che si tratta di soggetto estraneo poiché nella "prima nota" sulla quale si rileva l’infrazione e si costruisce poi il verbale dovrebbe essere indicato sia il numero di targa sia il tipo di macchina e l’automobilista dovrebbe essere proprio sfortunato se,oltre alla targa coincide anche il tipo di macchina. Ma gli agenti quasi mai indicano il tipo di macchina, anche perché i modelli sono ormai tantissimi, nessuno è in grado di riconoscerli tutti. Da qui nasce la situazione disperata dell’automobilista innocente, che continua a ricevere le contravvenzioni, ma non essendo possibile il confronto del modello dell’auto con la relativa targa, il ricorso viene respinto, a meno che l’innocente multato non esibisca la prova documentale che in quel giorno e in quella tale ora non si trovava con la sua auto a Napoli, ma in altra parte d’Italia o del mondo.

Pensionati e famiglie in possesso della social card messa a disposizione dal Governo sono in difficoltà perché la carta non è ancora funzionante. Nelle prime settimane da quando è stata prevista, la social card ha presentato non pochi problemi a chi ne è detentore. E’ spesso capitato, infatti, che al momento di qualche acquisto in luoghi convenzionati, la carta non sia risultata ancora abilitata. C’è da sottolineare che essa non viene, infatti, caricata al momento della consegna alle poste, ma solo a seguito di successivi accertamenti dell’Inps. Ne hanno diritto i pensionati over 65 con trattamento pensionistico o assistenziale inferiore ai 6 mila euro lordi annui e gli over 70 con 8 mila euro lordi l’anno. L’altra causa di ritardo può derivare dal fatto che l’istituto previdenziale potrebbe accertare anomalie e revocare il benefit. L’Inps, infatti, nonostante la tessera magnetica venga immediatamente consegnata, verifica solo dopo i requisiti necessari per poterne beneficiare e in caso di problemi non la attiva. Le difficoltà di acquisto si sono verificate un po’ in tutta Italia dove i disservizi sono stati frequenti e hanno provocato non pochi malumori tra i cittadini che avevano ricevuto la lettera dell’Inps sulla Social card senza che però lo stesso istituto avesse verificato prima l’esistenza dei requisiti per poterne beneficiare.

Maria Cipparrone

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