Pubblicato
su Lo
SciacquaLingua
Spesso
nello scrivere (ma anche nel parlare) adoperiamo il verbo guardare
"in tutte le salse", a scapito di una prosa forbita. Ci
spieghiamo. È meglio non usare il verbo guardare quando, a
seconda del contesto, c’è/ci sarebbe un verbo più
appropriato.
Vediamo,
dunque, qualche esempio - estrapolato da varie pubblicazioni - in cui
il predetto verbo è adoperato "impropriamente", in
parentesi il verbo che fa/farebbe alla bisogna.
La
signora, civettuola, non perdeva occasione per guardarsi (mirarsi)
allo specchio; guarda (osserva) bene ciò che faccio ché
poi dovrai sostituirmi; si copra bene, signora, con questo cattivo
tempo, per guardarsi (difendersi) dai malanni di stagione; dal
giardino pensile gli invitati non smettevano di guardare (ammirare)
il panorama; il doganiere ci guardò (squadrò)
fissamente, poi controllò i nostri bagagli; guardate (badate),
qui c’è una voragine; guardate (cercate) di venire il prima
possibile; dalla tua descrizione si nota, chiaramente, che non hai
guardato (osservato) tutti i particolari; il bambino era in cortile a
giocare e il padre lo guardava (adocchiava) in continuazione.
A
cura di Fausto Raso
|