Riflessioni
Sentì
le lacrime (perchè anche i cavalli piangono...) scorrergli sul
muso e dargli prurito nell’infilarsi, amare, in bocca. Chiuse gli
occhi per non vedere, per cancellare quel momento, come se non fosse
mai venuto, come se lui non ci fosse proprio: “Oh, se si
potesse fermare il tempo, qui, adesso e mi ritrovassi fra un anno
esatto, nello stesso punto della corsa, senza quella disgraziata
partenza... se potessi aspettarlo tra un anno qui, a gambe ferme con
tutto il mio fiato, questo General du Pommeau!”
Riaprì
gli occhi, rivide la retta e stranamente non gli sembrò così
lunga: “Caspita com’è vicino il palo, come arriva in
fretta!” Si voltò è General perdeva terreno, si
allontanava come se qualcuno lo tirasse indietro; poi guardò
la tribuna e nell’oceanico silenzio di quarantamila francesi li vide,
gli italiani, palme nel deserto, piccoli, sparuti gruppetti di voci
deliranti, assatanate: “Varenne! Varenne!”
E
vinse, tagliò il traguardo da solo, lasciando gli altri spersi
per la pista a chiedersi come avesse fatto, che sembrava morto e
sepolto. (da Scacco a Dio – Roberto Vecchioni)
Care
Figlie può, un cavallo, essere felice?
Per
molti degli appartenenti alla razza umana, sembrerà
impossibile. Il fatto è che, se non possiedi il cuore puro del
bambino che tende la manina sicuro che ci sarà, sempre,
qualcuno a prenderla amorevolmente, non riuscirai mai a leggere
“dentro” il fatto mentale che porta, diretto, al Cuore.
Il
problema è che, noi, non possediamo, realmente, né Ieri
né, tanto meno, Domani. La nostra condanna consiste nel
riuscire a generare, soltanto, il momento che resta e non passa.
Quello che nasce dalla convinzione che è vero quello che
crediamo essere tale.
Senza
verifica alcuna
Molto
(troppo) spesso, quello che è stato non conta e quel che
potrebbe essere non viene proprio contemplato.
Ma
la verità è data proprio da questa “magia”
perchè, care figlie, come
in una pellicola, ogni fotogramma di “istante percepito”
ha una vita a sé. E non è la continuazione né
l’antecedente.
In
pratica, non esiste un tempo un “tempo orizzontale” anche
se vogliamo credere che esista, per la paura che abbiamo
dell’indefinito perchè, fin da piccolissimi, siamo stati
contenuti nell’utero materno e, poi, dalle braccia di chi ci ha
voluto bene. Ecco il motivo per cui abbiamo bisogno di “sapere”
che, fra una perla di attimo e l’altra, ci sia un filo conduttore.
Questo
“anello” di aspettativa, si chiama speranza!
Care
figlie, il racconto che vi ho
riportato all’inizio riguarda la storia vera di un cavallo italiano
importante (Varenne,
appunto) volutamente penalizzato a favore di un francese ( General
du Pommeau) che,
a distanza di un anno da una cocente sconfitta, torna e vince alla
grande. Così come è raccontato, Dio in persona spinto
da un senso di giustizia cortocircuita la sua memoria e, facendogli
compiere un salto di 365 giorni in un secondo, gli dà la netta
sensazione di un continuum durante il quale ottiene la più che
meritata vittoria.
Cara
Mariarita
e cara Valentina,
mi piacerebbe avere il potere di farvi bypassare i passi del dolore
attraverso una dimensione senza soluzione di continuità.
Siccome
si vive di istanti vorrei possedere, per voi, una forbice con ago e
filo, per tagliare i frame indesiderati e cucire le parti belle
saltando giorni, mesi o anni, in un secondo e cedendo al buon Dio, il
corrispondente attraverso la restituzione dei miei gettoni di
esistenza.
Un
patto fra gentiluomini che non ferma il Tempo ma gli conferisce
quella giusta dimensione che evita la vittoria del Male (della
Società immatura) sulla (vostra) Bellezza, lasciandovi il
gusto del Dubbio come risposta da scegliere e non da subire.
Ho
vissuto abbastanza per capire che, in fondo, non
c’è differenza fra perdere o vincere: quel che conta è
deciderlo da soli, scegliendo la strada più giusta.
Fin
da bambino ho sempre progettato, costruito nel tempo, mi sono dato
obiettivi a lungo termine. Ora è diverso. Non sono vecchio ma,
il traguardo di arrivo, mi sembra molto più vicino della linea
di partenza. E questo è strano, anche affascinante per alcuni
versi. Ma spiazzante. Mi accorgo che la vita, che mi ha sempre
dato, comincia a togliermi. Cerco di trovare una strada per
abituarmi... ma è un quartiere dell’esistenza che non conosco
per nulla.
Questa
sera di avvento sento di esprimere un solo desiderio: che voi
abbiate la possibilità di amare molto (se non tutto) della
vostre esistenza. Compreso le cadute e le sorprese, le risalite e i
tradimenti, le passioni e le delusioni.
Per
quel che mi riguarda, sento di dover essere riconoscente al tempo che
ho attraversato e di cui sto scoprendo di avere nostalgia, pur
mantenendo la curiosità di come andrà a finire
Mi
consola una speranza: seguirvi, discreto, nella vostra
realizzazione, per poterci dire quello che, ancora, non abbiamo avuto
il tempo (o il coraggio) di confessarci.
Da
piccolo, nei momenti più tristi, quando ero sicuro che nessuno
potesse vedermi, prendevo dall’armadio alcuni vestiti di mio padre e,
siccome erano troppo grandi per poterli indossare li appoggiavo sul
pavimento e mi ci sdraiavo sopra per avere l’impressione di un suo
abbraccio.
Io
vorrei...
Care
Figlie, non basta avervi dato la vita. Bisogna riportarla ogni
giorno a voi, ripetendo, su un altro piano, la donazione. L’orgoglio
di un padre è una forma di egoismo, di narcisismo. Si è
felici per gli obiettivi che raggiunge un figlio perchè sono
il risultato di insegnamenti, principi, regole e consigli, dispensati
per una vita.
Confido
nel riuscire a trasmettervi,
con l’esempio che, la Vita, non ha valore in sé ma è
come se nutrisse se stessa. Spetterà, dunque, a voi darle un
valore speciale, perchè nulla è sacro se non sei tu a
renderlo tale.
La
conoscenza, la memoria, il viaggio. Ecco la vita che lascia le orme,
secondo me.
Un’ultima
cosa:non abbiate paura dell’opinione degli altri ma, col canto della
vostra arte, andate oltre i pregiudizi. Qualcuno ha detto che quello
che, i più, considerano peccato, potremmo immaginarlo come la
perla per l’ostrica: una difesa dal granello di sabbia.
Sono
sempre più convinto del fatto che, Dio, come un Grande
Architetto capace di insegnare all’Energia Vitale la via maestra
necessaria al “Tutto”, ci abbia considerato come un’idea
meravigliosa scaturita dalla ripetizione delle sue leggi perfette. Un
riflesso presuntuoso che provasse a capirne l’essenza dell’eterno
senza perdersi nei frammenti sbagliati. Perchè è
dall’insieme di tasselli (apparentemente) scomposti che nasce il
disegno immaginato da chi crea il mosaico
La
religione è per chi ha paura dell’Inferno. La
spiritualità è per chi ci è già stato
(OSHO)
...Riaprì
gli occhi, rivide la retta e stranamente non gli sembrò così
lunga: “Caspita com’è vicino il palo, come arriva in
fretta!” Si voltò è General perdeva terreno, si
allontanava come se qualcuno lo tirasse indietro; poi guardò
la tribuna e nell’oceanico silenzio di quarantamila francesi li vide,
gli italiani, palme nel deserto, piccoli, sparuti gruppetti di voci
deliranti, assatanate: “Varenne! Varenne!”
Il
mio più bel regalo sarà quello di vedervi tagliare il
traguardo, lasciando gli altri spersi per la pista a chiedersi come
abbiate mai potuto fare, che non sembrava possibile. E nella vostra
tenerezza purificata, ritroverete il mio cuore, perchè
io ci sarò. Ogni volta che vorrete.
Basterà, per voi, chiudere gli occhi e cercarmi. Nel mio poema
del Silenzio Voi sarete, sempre, tutto ciò che avrò
modo di ascoltare.
Buon
Natale
Papà
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