Il
significato di “Orgoglio” riportato dai dizionari della
lingua italiana (“sentimento procedente da eccessiva stima di
sé e poca o nessuna degli altri; con significato non
deteriore, fierezza, senso della propria dignità); il termine
dignità viene definito come “alto sentimento di sé,
nobiltà d’animo che si manifesta anche nel contegno”.
In
sostanza, come deve essere inteso l’orgoglio? Cosa
caratterizza, invece, la dignità?
L’orgoglio
è una bestia feroce che vive nelle caverne e nei deserti; la
dignità, invece, è quella guardia del corpo che ti
impedisce di bruciare la tua integrità”. (Anonimo)
Il
rispetto che gli altri mostrano nei nostri confronti attiva il
meccanismo dell’orgoglio. Il rispetto che portiamo nei nostri
confronti per ciò che sappiamo di valere (a prescindere dal
giudizio altrui), riguarda la dignità e pone le basi per una
corretta e solida autostima.
Volendo
fare qualche esempio, se cedessimo a compromessi e azioni poco
edificanti, nel caso in cui nessuno ne fosse a conoscenza,
manterremmo intatto l’orgoglio; al contrario, nelle medesime
condizioni, la dignità sarebbe profondamente incrinata, perché
riguarderebbe il nostro rapporto allo specchio. Ancora, se per amore,
subissi dei torti, ad andare in crisi sarebbe l’orgoglio e non
la dignità. Se, invece, accadesse una cosa simile per biechi
interessi, allora anche la dignità andrebbe a soffrirne
Quando
l’orgoglio può definirsi positivo e quando, invece,
negativo?
È
corretto, ad esempio, sentirsi fieri di appartenere a
quella cerchia di esseri umani integri e puliti dal punto di vista
dei valori importanti. In tal senso, non guasterebbe “abbeverarci”
alla fonte della cultura orientale e giapponese, in particolare.
Apprezzeremmo, così, fra l’altro, l’orgoglio e la
dignità del sentire che il nostro lavoro, qualunque esso sia
(a parte quelli disonesti, ovviamente), è utile in quanto
anello di una catena senza cui, i risultati in termini di ricaduta
sul sociale, tarderebbero ad arrivare.
Al
contrario, l’orgoglio è negativo quando si scade
nella boria e nell’arroganza perché, tra l’altro,
ciò starebbe ad evidenziare, oltre una maleducazione di fondo,
anche un’autostima costruita con la paglia anziché coi
mattoni.
Se
l’orgoglio è riferibile ad un’eccessiva stima di
sé, in cosa differisce dalla presunzione, di cui lei ha già
parlato in più di un articolo, spiegando che si tratta di “un
aspetto del carattere che connota un’eccessiva sicurezza delle
proprie convinzioni senza verificarne la veridicità”?
Il
rapporto fra questi due elementi è diretto. Una persona
orgogliosa, valuta (a volte in maniera spropositata) se stessa in
base a quello che presume di essere o di valere.
Quali
sono i modelli di cui si è nutrito chi è “orgoglioso”?
Egocentrismo,
rigidità, poca conciliazione, onore, competizione con gli
altri, permalosità, suscettibilità, complesso di
superiorità...
Il
leone o la tigre potranno anche essere più forti... Ma il
lupo non si esibisce in un circo. (Cit.)
G.
M. -
Medico Psicoterapeuta
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