Pubblicato
su Lo SciacquaLingua
Dopo
estenuanti trattative e insistenze il ragionier Felici vedeva,
finalmente, che i suoi desiderata erano stati rispettati: tutti gli
impiegati alle sue dipendenze si erano messi di buzzo buono, vale a
dire con impegno, nello svolgimento dei compiti loro affidati e il
lavoro arretrato fu "smaltito" in un batter d’occhio tanto
che lo stesso Felici ricevette un encomio solenne da parte
dell’amministratore delegato della Società. Chissà
quanti cortesi lettori delle nostre noterelle hanno adoperato e
adoperano questo modo di dire, "di buzzo buono", appunto,
’pappagallescamente’, senza conoscerne il significato recondito.
Quest’espressione, dunque, appartiene agli idiotismi di origine
dialettale il cui significato non è molto chiaro. Vediamo,
allora, di fare (modestamente)... un po’ di chiarezza. Per buzzo si
intende lo stomaco, la pancia, tanto che nella città eterna il
"mangione" viene chiamato ’buzzone’, vale a dire persona
che pensa sempre a riempirsi la... pancia. Per la spiegazione del
modo di dire, per tanto, potremmo azzardare l’ipotesi di un uso
figurato del buzzo: come una persona di "bocca buona" si
siede a tavola e mangia tutto con calma e con "impegno",
cosí un’altra persona si mette di "buzzo buono",
cioè con impegno, con buona volontà, nello svolgimento
di una determinata attività.
A
cura di Fausto Raso
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