Luci e ombre.
di Angelo Mazzuca  ( angelomazzuca@libero.it )

13 settembre 2016






Per dare un "senso"...


 

PianetaCounseling

Sono qui seduto alla mia scrivania mentre provo a spiegarmi il ruolo dell’essere umano durante l’esperienza terrena. A primo impatto mi viene paura perché tante volte dimentico che questa mia esistenza ha un limite. E’ difficile crederlo, ma questi momenti un giorno finiranno ed il resto dell’umanità continuerà a desistere anche senza di me. È come rifiutare la "non vita" portando avanti quelle abitudini che aiutano a non pensarci. Forse basterebbe una mezz’ora al giorno, a pensare che tutto questo finirà, per dedicarmi di più alee cose belle della vita. Invece sono portato a rimandare e rimandare fin quando poi sarà impossibile tornare indietro, ed i rimorsi di una vita non vissuta mi mangeranno.

Perché IO, essere umano, non godo della mia esistenza?

I due principali motivi per me sono: 1)Ci vogliono far credere che la vita è questa e che una forza oscura, che sia essa destino o qualcuno di Onnipotente, ha voluto cosi!

2) Come posso io solo rispetto al mondo dimostrare il contrario? E cosa propongo a me stesso ed agli altri per cui debbano pensarla come me?

La prima motivazione per quanto sia illogica ci condiziona pesantemente. Questo messaggio, come tanti altri, ha messo le sue radici in noi fin da quando eravamo piccoli. Non si può colpevolizzare nessuno perché così come noi ci siamo cascati, anche coloro che ce l’hanno trasmesso hanno subito lo stesso condizionamento. Allora chi è stato e perché? Scoprire chi è cosa ardua e forse anche inutile visto che le cose non cambierebbero. Ma perché allora? Io penso che quel qualcuno abbia voluto farci credere a cose inesatte ed illogiche, in grado di accomunarci nei nostri sensi di colpa.

È bastato convincere un gruppo di persone della veridicità di messaggi come: bisogna soffrire,non si deve peccare e cosi via. Ed eccocci ai giorni nostri, ancora condizionati da questi apprendimenti. E perché dovrei soffrire, e chi mi dice cosa è peccato e cosa no? Perché devo provare sensi di colpa per le cose che faccio? Da dove viene quella vocina interna che mi dice cosa è giusto e cosa è sbagliato?

La risposta è semplice: nasce tutto da quello che abbiamo sentito dire dagli altri. Ma non ci siamo mai posti il problema se quelle idee erano corrette o meno. Bene,il sistema c’è, va solo compreso e divulgato per tutti coloro che sentano l’esigenza di dare un senso alla propria vita. Ed eccocci quindi al secondo punto in cui IO essere umano, rifiutando gli apprendimenti inesatti, provo ad indicarmi una via alternativa a questo mare di cose illogiche.

Sono venuto al mondo, non l’ho chiesto.

Ho dovuto studiare, non lo volevo.

Devo fare un lavoro che non mi piace, ne ho bisogno.

Ma allora cosa contano le mie idee per me stesso se poi non le applico? Sono entrato nel sistema che si deve fare cosi, le cose vanno in questo modo e basta. Ma allora non vivo per me stesso, ma per il sistema, gli altri.

E se un giorno mi accorgessi che era proprio così e mi pentissi del tempo perso?

Rimpianti su rimpianti.

Allora perché non farlo ora che le cose possono ancora cambiare? Paura. Paura di non essere in grado. Paura di dover dire: aveva ragione il sistema(gli altri).

Ma andiamo con calma.

Avevo paura in ogni circostanza della vita in cui non mi era chiaro cosa stesse succedendo. Poi tutta d’un tratto è cessata quando ho imparato a capire cosa facevo e come andava fatto. Allora perché pormi dei limiti in un qualsiasi campo? Non ce n’è bisogno, serve solo conoscere, capire e poi tutto il resto viene da sé. Ecco allora che il sistema altri si può vincere, basta rendersi conto con quale sistema abbiamo più affinità e dedicarci al ruolo che noi riteniamo più giusto per noi stessi.

È questo il ruolo che sento di avere durante la mia vita: scoprire ciò che si avvicina al mio modo di essere, vivendolo pienamente e senza avere rimpianti.

 

Angelo Mazzuca (26 ottobre 2007)

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